sabato 30 giugno 2012

Inchiostro sangue


Acquistando “Bianca come il latte, Rossa come il sangue”, non ero sicura di riuscire davvero ad appassionarmi ad una storia che avesse come protagonista un ragazzino di 16 anni. La scuola, gli amici, le partite a calcetto..un mondo forse già troppo lontano da me.
Ma gli scrittori giovani da sempre destano la mia curiosità, difficilmente mi lasciano delusa e forse, segretamente, tifo per loro (“Acciaio” di Silvia Avallone, che ho letto l’anno scorso, non mi ha risparmiato un super pianto finale nonostante fossi a Sabaudia sotto l’ombrellone ad agosto e la frase più umana che si sentiva attorno era “Cocco frescoooo”! “La solitudine dei numeri primi” di Paolo Giordano l’ho divorato in una sola sera stesa sul divano a mò di sirenetta, con buona pace del mio braccio che è rimasto dolorante per due giorni! Consigliati entrambi).
E così e' arrivato il turno di Alessandro D’Avenia.

Mi colpisce subito il linguaggio perentorio, definito, il modo di descrivere emozioni e situazioni in modo …viscerale.
Vado indietro con la mente alla mia, di adolescenza, e ricordo all’istante di quanto tutto a quell’età sia netto, irrevocabile, intenso. Tutto è portato all’estremo: un amore diventa vitale, un litigio tra amiche irreparabile, un brutto voto a scuola una tragedia irrisolvibile. Hai delle idee ben precise su quasi tutto. “Io? Non mi sposerò mai!” oppure "Farò la stilista!”. Adesso, se interrogata, avrei difficoltà a dire cosa vorrei fare da grande.

“Ogni cosa è un colore. Ogni emozione è un colore. Il silenzio è bianco. Il bianco infatti è un colore che non sopporto: non ha confini. […] Anzi, il bianco non è neanche un colore. Non è niente, come il silenzio. Beatrice è rossa. Silvia è azzurra, come tutti gli amici veri.”
Il bat-cinquantino, i compagni di scuola, l’amica di sempre, i prof.
E poi la figura del Sognatore, il Grande Regista, che entra nelle sue pagine, veglia sui suoi personaggi e ne muove delicatamente i fili, segue Leo con occhi vigili, ne cattura l’attenzione, lo accompagna in questa esperienza che sa di iniziazione alla vita, e alla catarsi finale.  
Infine Beatrice, il suo amore segreto: “Beatrice è vino rosso. Mi ubriaca , io la amo. […] la mia forza di gravità, il mio peso, il mio sangue, il mio rosso.”

Beatrice si ammala e le giornate diventano bianche. Vuote. Come la sua malattia. Leucemia. Che fa diventare bianco il sangue.

Disarmante da questo momento la passione che muove il giovane cuore del protagonista nel fare tutto ciò che fosse in suo potere per guarire l’amata: la trasfusione, le visite in ospedale, le lunghe ore passate accanto a lei solo per carpirne una parola, uno sguardo, un sorriso, che diventano sempre più faticosi.  “Il suo sorriso non è rosso come sempre, è più bianco. Ma lei è il cuore del mio sogno. Il mio sogno è rosso e io devo riportare quel bianco al rossoviola che ho visto uscire dal mio braccio. […]Oggi torno a casa e scrivo la lettera. Deve essere la cosa più bella e rossa che abbia mai fatto in vita mia.”

Nella contrapposizione bianco/rosso c’è l’eterna lotta tra gli opposti, tra il bene e il male, tra l’azione e l’inerzia, tra la lotta per la vita e la rassegnazione, o come dice Leo, il silenzio. Nei suoi piccoli, fragili 16 anni ci dà una lezione di amore universale, di cosa significa dare, darsi.
Ci ricorda che bianco e rosso (nella sua accezione più atavica e primordiale di sangue) sono le due, inevitabili, facce di una stessa medaglia.

“Tu cos’hai visto?” le chiedo curioso.
“Tutto quello che ho”.
“Di che colore è?”
“Rosso”
“E cos’è?”
“L’amore che ricevo. L’amore è sempre un debito, per questo è rosso.”
Non capisco. Non sono all’altezza di quello che dice Beatrice. Mai.
“E tu Leo, cos’hai visto?”
“Bianco”
“Ad occhi chiusi?”
“A occhi chiusi”
“E cos’è?”
“…”
“Allora?”
“Tutto quello che non ho. L’amore è sempre un credito, che non verrà saldato.”

 L’età adulta regala certezze in più, consapevolezza, sicurezza. Ma sono il cuore, la voglia di buttarsi a capofitto nelle cose, in un amore, in un progetto, quell’incoscienza così fresca, ad essere spesso sepolti sotto strati e strati di cinismo e razionalità. Andiamo avanti nella vita brandendo i nostri successi, le nostre conquiste come spade fiammeggianti, pensando di essere autori della nostra vita. E magari dimentichiamo di riservarci pochi minuti al giorno per metterci in contatto con noi stessi e con le persone che amiamo, per dare un colore definito alle cose: è questo quello che voglio? Dove ero? Dove sto andando?
Ingozziamo gli spazi vuoti per evitare di ascoltare la voce interiore. Perché il silenzio è bianco, e fa paura.

“Da oggi comincio a scrivere. […] Forse è meglio che usi la matita. No, è meglio la penna. La penna rossa. Rossa come il sangue. Rossa come l’amore, l’inchiostro delle pagine bianchissime della vita. Io credo che le uniche cose che valga la pena ricordare siano quelle raccontate con il sangue: il sangue non fa errori e nessun professore li può correggere. Il bianco di queste pagine non mi fa più paura e lo devo a Beatrice: lei , bianca come il latte, rossa come il sangue.”

“La notte è il luogo delle parole”.




In questo post indosso:
Stripe T-Shirt Zara
Denim shorts Ck
Boots Primadonna
Anelli Bijou Brigitte, H&M, Hand-made
Occhiali vintage

























giovedì 28 giugno 2012

Black out! (e un pò di Caffeina)

Fantastico, arrivo a casa di mia sorella, vittima designata delle foto del post di oggi, e mi accoglie con un meraviglioso sacchettino delle librerie Arion!
(Roby hai visto anche Elisa sostiene la causa!)
Felicissima, apro il pacchetto e cosa vedo?!? Non ci posso credere, è Black Out di Morozzi!(citato nel post “Books&books&books”).

Adoro quando le persone ti stupiscono con un pensiero inaspettato e per di più azzeccato, segno di una attenzione non facile da trovare. Grazie Eli!!
Il mitico libro nominato dalla Prof tanto tempo fa è finalmente tra le mie
mani e non vedo l’ora di iniziare a leggerlo!

Ho già divorato le prime 20 pagine e promette benissimo.

Approfitto di questo post per ricordarvi che domani (e fino al 14 luglio) comincia a Viterbo CAFFEINA CULTURA, cito testualmente:
“…incontri con scrittori e giornalisti, dibattiti, reading teatrali, anteprime nazionali, letture sceniche, teatro per ragazzi, concerti, proiezioni, spettacoli, sonorizzazioni, mostre ed esposizioni.
”

Alcuni nomi interessanti: Giancarlo De Cataldo, Stefano Benni, Melania Mazzucco, Diego De Silva, Dacia Maraini, Edoardo Nesi.

Mi troverete sicuramente lì il 3 per la serata dei finalisti Premio Strega (che si terrà il 5 luglio a Villa Giulia a Roma) perché non posso perdermi Gianrico (Carofiglio- ahahah li chiamo per nome come se fossero amici miei….ma quando leggete molto di un autore, non vi sembra un po’ di conoscerlo?) in gara con l'ultimo lavoro "Il silenzio dell'onda", bellissimo, ve lo consiglio insieme a "Il passato è una terra straniera" e tutta la saga dell'avvocato Guido Guerrieri, adoro!!
L'anno scorso sono andata a vederlo a Villa Pamphili (I Concerti nel parco), in "Le notti dell'avvocato Guerrieri", un reading musicale davvero suggestivo. 
Anche gli altri nomi non sono davvero male: Piperno, Trevi, Fois, Ghinelli.

E non posso mancare il 5 per Niccolò Ammaniti, ho ancora tutti gli altri libri da farmi autografare e magari stavolta ci scappa pure la foto!

Vi consiglio comunque di dare un occhio al nutrito programma:


Voglio segnalarvi anche gli appuntamenti letterari più interessanti in giro per l'Italia, per la amiche followers che non stanno a Roma:

- 28 giugno/1° luglio www.letteraltura.it - Verbania
- 29 giugno/25 luglio www.unatorredilibri.it  -Torre Pellice -Torino
- 29 giugno/ 1°luglio www.gitaalfaro.it - Ventotene
- 30 giugno/18 luglio www.lamilanesiana.it - Milano
- 13/16 luglio www.collisioni.it - Barolo (Cn)


Un bacio e buona lettura!!


Ps:
in questo post indosso:

Dress Zara
Cinta cipria Stradivarius
Sandali Fluo Zara


















Volevo essere una farfalla



Avrei voluto dedicare la seconda recensione di questo blog ad uno dei miei scrittori preferiti: Niccolò Ammaniti. 

Ed è quello che farò prestissimo. La verità è che gran parte della mia collezione (Branchie, Il momento è delicato, Che la festa cominci, Io e te, bla bla) risiede per il momento, come vi accennavo qualche post fa, a casa della mia book –friend Roberta. Quindi le possibilità sono due: o li ricompro sperando in una svendita monografica in edicola o vado alla Fnac spacciandomi per una blogger famosa (come, non conoscete il mio blog?!?) e chiedo di fare le foto con le copie rimaste! 

Devo ammettere che questa cosa delle foto è davvero impegnativa; in fondo, scrivere puoi scrivere in qualsiasi condizione: pigiama disneyano (ho provato più volte a comprarne in tinta unita o con fantasie da persona seria, con zero risultati), capelli arruffati, di giorno di sera di notte, e in variabili condizioni di umore. 
Anzi, un particolare stato d’animo non puo’ far altro che arricchire la scrittura in qualche modo, caricarla di humour, di pathos, o chissà cos’altro. Per  fare le foto…. apriti cielo!!!! 
Mi domando come la gente riesca a fotografarsi, anzi ...took a photo with Instagram, a tutte le ore del giorno e della notte ed essere sempre super cool e in perfetta forma….non può essere solo merito dell’effetto seppia!! 
Io al pensiero rabbrividisco…scegli l’outfit glam, l’accessorio di ecodesign, il giusto mix&match, il pantone all’ultimo grido, styling e make up….è un lavoro!! 

Dopo soli 3 post mi sento più vicina alle varie Chiara Ferragni, Irene Colzi & co. (bravissime fashion bloggers che seguo giornalmente con grande interesse) e invidio la loro costanza nel rincorrere tutti gli eventi del Fashion System senza mai vacillare, senza alzarsi un solo giorno con un brufolo sul naso, le caviglie gonfie o un kg in più per i cocktail del Louis Vuitton Mega Fashion Glamourous Party della sera prima!!!

Io solo per riprendermi dal week end ci metto una settimana….di diete monacali, tisane (n)erborute (concedetemi il neologismo,mi diverte troppo), ginnastica , mountain bike e acqua iposodica.
So tutto di trucchi togli fame, di quello che fa bene al viso, ai capelli, alle unghie, degli alimenti rossi e verdi, degli esercizi per ottenere una pancia piatta in 15 minuti al giorno e delle multidoti nascoste del radicchio.  

Il difficile non è tanto trasformare la teoria in pratica, ma farlo in modo tale da poterne godere i benefici per lungo tempo: insomma, essere costanti, è veramente dura.

A tal proposito oggi vi voglio parlare di un libro che ho letto poco tempo fa, trovato per caso tra la narrativa italiana, il cui titolo ha destato immediatamente il mio interesse: “Volevo essere una farfalla” di Michela Marzano, affermata filosofa e scrittrice di Roma, professore ordinario all’Università Paris Descartes di Parigi. 
L’argomento è scottante, anche se oramai ampiamente sdoganato e oggetto di dissertazione nelle trasmissioni più svariate. Sottotitolo: Come l’anoressia mi ha insegnato a vivere.

Vi devo confessare che il titolo di questo blog ha una ispirazione occulta. “Tutto il pane del mondo”,  un libro del 1994 di Fabiola De Clercq.
Dà una tale sensazione…non so, consolatoria forse, di pienezza positiva, così lontana dal senso di vuoto, di leggero senza fine che provoca il non nutrimento.
Così forse involontariamente (ci ho pensato solo in un secondo momento) l’ho rievocato. Un libro piccolo piccolo, che ti riempie di pugni in faccia.

Il libro della Marzano mi ha affascinato perché affronta la tematica sotto mille sfaccettature, mettendo in ballo tutto ciò che ruota veramente attorno all’anoressia e al disturbo alimentare in generale, che magari non ti porta alla magrezza estrema o ti costringe a ricorrere alla psichiatria, ma ti condanna ad una visione e gestione del cibo totalmente distorta. 
E questo non è imputabile soltanto all’emulazione di certi modelli di immagine che imperano oggi.

La famiglia, l’amore,  gli affetti, la ricerca spasmodica di perfezione, la nostalgia, l’assenza, la competizione.
Un mondo interiore fatto di contraddizioni, di lacerazioni, di desiderio di vita che può ardere o essere azzerato all’istante in base ad un semplice, non opinabile, logico e lineare conteggio numerico. Oggi 60+30+100+85+250=525? FELICITA’.   Domani 340+200+85+520+50+70+600+400=2265? DISPERAZIONE.
Il tutto nel tentativo, comune e universale, di essere accettati, amati, sostenuti, come se questo potesse dipendere davvero da un centimetro in più o in meno sul girovita.

“Mi ero convinta che se fossi riuscita a diventare leggera come una farfalla, tutto sarebbe andato a posto. Sarei diventata forte, indipendente, libera. E non avrei mai più avuto bisogno di nessuno.”
Perché...“Per anni ho pensato che rinunciare all’ideale avrebbe significato la fine. Pensavo che sarei passata dal “tutto” al “niente”. Da “brava a incompetente”. Da “amata” a “odiata”. Era lì che mi bloccavo.”.

Non c’è una via di mezzo, una possibilità intermedia.
E guarire non significa buttarsi davvero il problema alle spalle, come se non fosse mai esistito. E’ una lotta quotidiana, un patto di (non) belligeranza che si rinnova ogni giorno. E la proiezione di questo sul rapporto d’amore, per cui “il rapporto con se stessi è esattamente come il rapporto con gli altri; se gli stai sempre addosso, se gli chiedi sempre qualcosa, se lo soffochi…dopo un po’ lui se ne va. Chiunque se ne andrebbe. Anche io."

Di qui il tentativo, timido, di una spiegazione, di una ragione:
“Imparare a vivere significa accettare l’attesa, la sospensione, l’incertezza. Integrare lentamente l’idea che, nonostante tutto, il vuoto che ci portiamo dentro non potrà mai essere del tutto colmato. Che gli altri non sono “cattivi” se non sono sempre lì, pronti ad intervenire, pronti a fare qualcosa perché il vuoto faccia meno male”

La Marzano autobiografica, nel rievocare il dolore, non rinuncia affatto alla filosofica ricerca della verità, disseminando il testo di passaggi che ho condiviso profondamente. 
Vi è mai capitato che qualcuno vi descriva una situazione in cui siete coinvolti, uno stato d’animo, e a voi sembra che sia perfetto, sia esattamente quello, e che voi stessi non avreste trovato parole migliori per definirla, che adesso è incredibilmente chiara ai vostri occhi?
A volte è difficile tradurre le emozioni in parole, e la forza delle parole sa essere prorompente.
Magari l’anoressia non ha mai sfiorato le vostre vite, ma sono certa che molti ritroveranno qualcosa di sé, perché in fondo il cibo è solo una via , come tante altre, di portare a galla, è la manifestazione esteriore di qualcosa che non avrebbe altrimenti voce.
Chiudo con un passo che ha suscitato, oltremodo, il mio interesse, e sul quale, non vi nascondo, sto ancora riflettendo.

“Anche se poi, come accade sempre nella vita vera, le cose non sono mai così semplici. Perché l’autonomia non esclude mai del tutto la dipendenza. A meno di non trasformarsi in solitudine e gelo.
Dipendere senza però credere che il proprio valore dipenda unicamente dal valore che l’altro è disposto a darci…dipendere senza però lasciarsi andare alla tentazione di credere che l’altro sia il nostro “tutto”.
Con l’amore facevo lo stesso (che con il cibo ndr). Come se non avessi bisogno di lui. Come se l’abbandono fosse immediato. Come se non potessi evitarlo. […]. Ora so che lui se ne può andare. Ora so che, se perdo tutto, sopravvivo…e allora lascio sempre la porta aperta. Così lui può andarsene quando vuole. E come per miracolo, da quando la porta è aperta, lui resta.
[…] E’ la magia dell’amore. Sempre insieme e sempre separati. Per amare, bisogna smettere di volere. Smettere di cercare. Smettere di controllare. Non esigere nulla. Non domandare. Non supplicare.”.




Ps:
in questo post indosso

Leggings denim Zara
Tshirt  My t-shirt Life is a Circus
Pashmina blue dots Accessorize
Bracciale Furla
Anello fiocco e Union Jack Accessorize
Pumps Cinti














mercoledì 20 giugno 2012

Books&books&books

Oggi dopo la mia solita giornata di lavoro tra ufficio e appuntamenti vari (sempre più faticosi visto il caldo torrido....la mia povera Smartina chiede pietà!!) ho fatto un salto al Centro Commerciale Porta di Roma, dove ho la residenza onoraria, per un po' di spesa veloce, un paio di camicie da ritirare e poi.....

-dai no stavolta non vado. dai no sono stata due giorni fa, figurati se è arrivata qualche novità.no no la sezione narrativa italiana l'ho scandagliata da cima a fondo, non ce l'hanno Black-Out di Morozzi!!(libro consigliatomi  dalla prof di filosofia Carmela Carruba Toscano e mai trovato. mi chiedo se l'abbia scritto sul serio.) e su solo una sbirciatina giuro. i punti sulla card sono pure finiti.non ho contanti. il bancomat è bloccato.la carta di credito scaduta. non c'è pericolo.-

Passo davanti con circospezione da ladra (il sorvegliante mi guarda sempre con un certo sospetto), faccio due passetti verso l'isola centrale...ed è finita! Una forza misteriosa mi risucchia e non c'è speranza di uscirne se non dopo avere ripassato tutte le pubblicazioni dalla A alla Z, dalla narrativa alla puericultura, dall'architettura ai manuali di "cinese in due settimane"(una volta devo provare).

Si perché non sono una snob, mi piace leggere davvero di tutto.
Sono una fan dell'onniscienza, della tuttologia, e non esiterei un istante nel vendere la mia anima a Mefistofele per ottenere tutta la conoscenza del mondo, come un novello Faust goethiano.
Non perché questa debba essere poi sbandierata ai 4 venti, attenzione, ma solo per l'immenso piacere di non andare ogni santa volta a cercare su Wikipedia e in quel preciso momento ovviamente non c'è campo e rosico perché non posso sapere subito cosa significa affettare (che non è affettare il salame) o chi era Giulio Natta.
Adoro il nozionismo, le date, i nomi delle città del mondo (potrei rimanere per ore a fissare un atlante geografico spostando gli occhi di 1 mm e mezzo ogni 10 secondi) e vorrei imparare a memoria poesie e incipit di tutti i romanzi mai scritti (o almeno dei più belli).

Ma non voglio tediarvi oltre con le mie manie di grandezza o confessarvi che al liceo leggevo e rileggevo D'Annunzio (in particolare l'Innocente e il Piacere) come puro esercizio di stile prima dei compiti in classe di Italiano. Soltanto mostrarvi l'indegno risultato del mio innocuo giretto alla Fnac (di cui sostengo in larga misura il fatturato).

Ringraziamo anche il dott. Massimo Gentileschi che mi ha istigato apertamente caldeggiandomi alcuni titoli.

Vado a sfogliarmeli....
A domani!

Ps:
il mio outfit della serata:

Pigiama di Snoopy Oysho
Pinza Colours&Beauty
Infradito Betty Boop................le foto questa volta ve le risparmio per ovvie ragioni!






Festival delle letterature 2012



Ieri sera sono stata al Festival delle Letterature, appuntamento che ormai da XI edizioni illumina la splendida Basilica di Massenzio al Foro romano, e che fino adesso ha ospitato più di 200 tra i più celebri autori italiani e stranieri.

In programma Marco Malvaldi, professore di chimica  che ha esordito nel 2007 nella narrativa e ha pubblicato diversi gialli con Sellerio Editore (lo stesso di Camilleri e Carofiglio), e il mitico Michael Connelly, prolifico scrittore statunitense di thriller.

L’atmosfera, come potete vedere dalle foto, è maestosa e suggestiva. La platea è gremita, e nonostante questo, arrivando (ero in ritardo confesso), mi colpisce il silenzio religioso che accoglie l’ingresso dell’attore che leggerà alcuni brani degli autori questa sera, Michele Riondino, accompagnato dai musicisti Dodo Nkishi e Niccolò Cattaneo.

Gli autori stessi si intervallano nella lettura di brani inediti.
Malvaldi si esibisce in un racconto autobiografico brillante, 
Connelly, accompagnato dal gobbo che mostra la traduzione del testo, ci regala una “Biancaneve” in toni noir.

Alla fine c'è la possibilità di acquistare i libri, messi a disposizione dalle librerie Arion, e farseli autografare.
La mia amica Ilaria ha preso "La carta più alta" di Malvaldi.


Prossimo appuntamento giovedì 21 con Ascanio Celestini e Massimo Gramellini, da non perdere.
Ci vediamo lì!


In questo post indosso:

Canotte bianca e tangerine Bershka
Shorts denim Take two (regalo super gradito della Sig.ra Nicoletta Evangelista)
Blazer pizzo rosa H&M
Borsa Accessorize
Zeppe Aldo for Julian Louie
Bracciale Desigual (cessione Cardinaletti’s gallery)

Con me ho anche i libri che sto leggendo adesso e che troverete sul blog prossimamente recensiti: “Il regno animale” di Francesco Bianconi e “Firmino” di Sam Savage. Così, giusto per fargli respirare un po’ di aria
intellettuale :-)