venerdì 14 settembre 2012

Vivere, amare, capirsi


Oggi voglio parlarvi di uno dei libri che più mi ha segnato e che ha influenzato fortemente la mia formazione e le mie scelte di vita.

E’ un libro da leggere penna alla mano, magari una di quelle colorate a punta grossa, che gli dia l’aria di “vissuto”, con le sue pagine sgualcite e la copertina mezza staccata per le troppe consultazioni.

Uno di quei libri che, quando senti il bisogno, apri a caso per leggerne un passo, per rammentarne una citazione, perché sai che sarà confortante e consolatoria.
Lo amo per la sua capacità di infondere speranza, di dare una risposta diversa, un’alternativa al cinismo che impera, e pur essendo una pubblicazione del 1984, questa caratteristica lo rende estremamente attuale, oggi più di ieri.

Ogni capitolo è una vera miniera di saggezza, un concentrato di umanità, amore e libertà universale, una sorgente a cui attingere a piene mani quando la speranza sembra venir meno.

L’autore è Leo Buscaglia, scrittore e straordinario docente universitario statunitense di origini italiane, scomparso nel 1998.

Quanti spunti, quanti suggerimenti, quante strade possibili!

“I figli crescono aspettandosi sempre che i genitori siano perfetti, e poi restano delusi, amareggiati, e se la prendono quando scoprono che quei poveri esseri umani non lo sono. Forse diventare adulti significa appunto trovarsi di fronte queste due persone, e vederli come esseri umani identici a noi, con i loro pregiudizi, le loro idee sbagliate, le tenerezze le gioie, le sofferenze le lacrime, e riuscire a rendersi conto che sono solo esseri umani.”

Diventare adulti e scoprire la compassione, la tolleranza, l’accettazione della nostra finitezza, dei nostri limiti. Potersi presentare alla persona che amiamo e sapere che ai suoi occhi siamo tutto, pregi e difetti, e nonostante questo ci ami, e ci rispetti.

Eppure siamo scettici nei confronti dell’amore. Come dice Sorokin, sociologo di fama internazionale, lo chiamiamo autoinganno, oppio della mente, illusione. Ci lasciamo dominare e convincere solo da ciò che è possibile dimostrare, e questo “mi dispiace moltissimo, perché io sono affascinato dall’incommensurabile, da ciò che non è qui”

Buscaglia parla dell’importanza dell’apprendimento, perché quando impariamo diventiamo qualcosa di nuovo, e non c’è niente di più bello per una persona ricca d’amore che poter offrire ogni giorno qualcosa di più, qualcosa da condividere. E’ nostro dovere diventare il meglio che possiamo, per poterlo donare all’altro.

“Noi pensiamo molto meno di quanto sappiamo. Sappiamo molto meno di quanto amiamo. Amiamo molto meno di quanto si possa amare. E così siamo molto meno di ciò che siamo.

Occorre essere se stessi, essere spontanei, non chiedere il permesso ma fidarci dei nostri sentimenti.

“Io voglio diventare ciò che sono”
"Ognuno di noi deve seguire la sua strada, che è solo una di un milione di strade possibili. Una via è soltanto una via. Se sentite di non doverla seguire, non siete obbligati a farlo in nessun caso. Provate solo a chiedervi: questa strada ha un cuore? E’ l’unico interrogativo che conta. Se ce l’ha, è una buona strada. Se non ce l’ha, è da scartare.”
"Non vi piace dove siete? Allora cambiate” Siate qualcun altro.

Abbiamo timore di buttarci per paura di non poter soddisfare gli standard di perfezione caldeggiati dalla società odierna. E finiamo così per vivere una vita che non è nostra.
“Voi siete possibilità illimitate”
“Io credo, che ognuno debba prendere tra le braccia la propria vita, e baciarla”.

Attingere a piene mani dal banchetto di conoscenze che offre la vita, buttarsi, rischiare, rifuggire dal sistema che ci omologa, tornare a guardare davvero le persone che ci amano e che amiamo, liberarsi dalle aspettative, imparare a perdonare:
“Nessuno di noi può guarire le cose che ci ha fatto la vita. Vengono fatte prima che noi ce ne accorgiamo, e ci inducono a fare certe cose tutta la vita; continuano a mettersi tra voi e ciò che vorreste essere. E in questo modo perdete voi stessi per sempre.”
Dobbiamo riuscire a mollare l’ancora del passato: ciò che è importante è adesso, ora, quello che viviamo oggi, perché l’esistenza è un divenire, un flusso inarrestabile, e tutto cambia ogni istante.
Dobbiamo impegnarci per vivere secondo noi stessi, secondo le nostre inclinazioni, il nostro orientamento….riconciliamoci con questa idea e saremo sulla giusta strada per la felicità...
“la mia vita mi sembra un lungo percorso ad ostacoli, e l’ostacolo principale sono io”

“L’anno scorso ero all’aeroporto O’Hare, quando venne bloccato dalla neve, per due giorni e due notti. Venne annunciato che non potevamo lasciare l’aeroporto a causa della tempesta di neve. Ci dissero che potevamo mangiare gratis tutto quello che volevamo. E i bar erano aperti.Ecco, era un paradiso! Però c’era ancora gente che andava in giro urlando alle hostess :io devo partire subito! Devo andare a Cincinnati! Ma oltre questa gente che urlava c’era anche una donna straordinaria. Fece il giro delle madri che viaggiavano con i bambini piccoli:”mi lasci i suoi figlioli.Ho sempre desiderato di diventare maestra d’asilo…racconterò loro una storiella , e intanto lei potrà andare a bere e mangiare qualcosa.E avreste dovuto vedere quella donna in aeroporto, con tutti quei bambini che ascoltavano le sue storie. Qual’era la differenza tra quelli che urlavano e la donna che aveva creato un asilo? Una scelta, ecco qual’era. Una scelta incredibile, meravigliosa, magica, personale.”

Abbiamo sempre una scelta.

“Vivere, amare, capirsi” di Leo Buscaglia è un libro da leggere assolutamente. Di più. Da tenere sul primo ripiano della libreria. Parola di fashionista.

ps: questo post è dedicato a Giovanna La Rocca, persona di straordinario spessore che mi ha fatto conoscere le opere di Leo (perché ovviamente, dopo "Vivere,a amare, capirsi" ho dato la caccia a tutta la bibliografia!! :)





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